Iconografia dei Santi eoliani

 san_bartolo_lipari“Pueti sunaturi e stampa santi” è il verso di una canzone del gruppo siciliano Kunsertu che rende al massimo la rappresentazione dello spirito e della tradizione religiosa del popolo eoliano e siciliano. Le tradizioni religiose, il fervente spirito di devozione, il misto tra sacro e profano delle manifestazioni religiose e delle processioni, hanno un’importante rilevanza nell’universo della cultura popolare autoctona.

La produzione di immagini sacre, immaginette, pitture, mosaici, statue e affreschi sono dei veri e propri documenti storici per comprendere il modus vivendi del popolo eoliano. Un documento storico restituisce sempre qualcosa dell’identità di un popolo, basti pensare agli emigrati eoliani di prima generazione nelle Americhe o in Australia che hanno continuato a ricreare, in piccolo, le processioni del santo protettore della propria isola pur essendo lontanissimi dalla propria terra di origine. Tra la metà del Settecento e il Novecento, in Sicilia si è diffusa maggiormente la stampa delle immagini sacre a carattere popolare, purtroppo gran parte del materiale è andato perso a causa dei sismi. Purtroppo questo tipo di materiale non è mai stato oggetto di una salvaguardia collettiva e tutto ciò che oggi possiamo conoscere dell’iconografia dei Santi riguarda le collezioni dei privati collezionisti. La Soprintendenza messinese, grazie ad uno scrupoloso lavoro di catalogazione, ci ha permesso di conoscere un’importante pagina della cultura siciliana. Negli anni sessanta del Novecento, secondo le testimonianze degli eoliani, erano frequenti le visite dei rigattieri che acquistavano, in tutto l’arcipelago eoliano, stampe, pitture su vetro e immaginette da rivendere nelle varie fiere o mercati. Questa testimonianza è un dato importante che ci aiuta ancor di più a comprendere la poliedrica cultura eoliana, risultato della commistione di più elementi provenienti da ogni luogo. Si ritiene, date le testimonianze e dato il materiale ancora presente nelle isole, che nell’arcipelago eoliano non vi fu una massiccia produzione autoctona del materiale iconografico, molti esemplari testimoniano una specifica appartenenza alle botteghe siciliane, nello specifico alle botteghe palermitane e messinesi; molte immagine, addirittura, sono di origine napoletana.

L’esempio che meglio mostra la tradizione iconografica, la sua storia e la devozione degli isolani, è, senza dubbio, l’iconografia mariana della quale riportiamo di seguito gli esempi più significativi.

A Stromboli, Lipari e a Santa Marina (Salina) è forte la devozione per l’addolorata, la Vergine venerata durante il venerdì santo. Sono stati rintracciati, nelle isole sopra citate, dodici statue in legno e dieci pitture su vetro. La Mater Dolorosa, nell’iconografia eoliana, è rappresentata con una tunica, un manto stellato ed è trafitta da un pugnale, tra le mani stringe un fazzoletto bianco. Quest’immagine è diversa da tutte le altre rappresentazioni dell’Addolorata che la ritraggono con un manto nero, una lacrima sul volto, le mani giunte sul grembo trafitto da una lama.

A Lipari e a Vulcano il 7 Ottobre si celebra la festa della Vergine del Rosario. Sono state ritrovate 4 stampe, tre pitture su vetro, 4 statue in telacolla e stucco. L’iconografia popolare rappresenta la Vergine su un nugolo di nubi con la catena del Rosario tra le mani e Gesù in braccio.

La festa della Madonna del Terzito, che si celebra il 23 Luglio a Salina, nella frazione di Valdichiesa, è una ricorrenza cara agli isolani del luogo. Alla Madonna del Terzito è stato intitolato il più antico santuario eoliano. La Vergine è rappresentata con un manto azzurro, un velo bianco sul capo e un campanellino nella mano destra, così come narra la leggenda. Si narra che, il 23 Luglio 1622, degli uomini, durante un disboscamento, ritrovarono un antico tempio medievale e, seguendo il suono di un campanellino, recuperarono un dipinto raffigurante l’immagine della Vergine, probabilmente lasciato da un monaco eremita che si era ritirato a vivere nella valle pianeggiante di Valdichiesa. Gli isolani del posto hanno ricostruito il santuario dedicato alla Vergine, ponendo sull’altare maggiore il quadro ritrovato in modo quasi miracoloso.

Questi aspetti ci permettono di aggiungere un tassello importante alla storia delle meravigliose Isole Eolie e ci permettono di apprezzarne, ancor di più, le tradizioni e la spiritualità.

 

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