UNESCO: Isole Eolie Patrimonio dell’Umanità

 

L ‘iscrizione all’UNESCO

Unesco Isole Eolie patrimonio dell'umanità

Le caratteristiche morfologiche e territoriali, data la presenza dei vulcani, delle Isole Eolie sono oggetto di studio e di interesse dei più grandi centri di vulcanologia presenti in tutto il mondo. Dal diciottesimo secolo in poi sono state avviate ricerche per lo studio dell’attività vulcanica dell’arcipelago eoliano e i risultati di tali ricerche hanno prodotto una validissima letteratura scientifica sulla quale si sono formati i più grandi geologi e vulcanologi.

Le Isole Eolie si trovano a largo della costa settentrionale della Sicilia e sono: Lipari, Vulcano, Panarea, Salina, Alicudi, Filicudi, Stromboli. Inoltre, l’arcipelago eoliano conta cinque isolotti: Basiluzzo, Dattilo, Lisca Nera, Bottaro e Lisca Bianca, in prossimità di Panarea. La superficie totale delle isole Eolie è di 1216 km2. La dimensione delle isole varia dai 34km2 di Panarea ai 376 km2 di Lipari. Le Eolie sono tutte isole di origine vulcanica, separate dalla costa siciliana da acque profonde fino ai 2000 metri.

Descrizione

In termini di dimensioni, Vulcano è la terza isola più grande e la più meridionale del gruppo delle Eolie. In passato, l’isola è stata spesso evacuata a causa dell’attività vulcanica che, periodicamente, si svolge nel Gran Cratere. Ad oggi l’attività è limitata alle fumarole che si possono trovare un po’ ovunque sull’isola, ma tendono a concentrarsi nella zona intorno alla Fossa e sull’istmo tra il Faraglione e Vulcanello.

 

Panarea

Panarea è la più piccola delle isole. Ha una notevole varietà di ambienti rispetto alle altre isole, soprattutto per quanto riguarda la flora ed è un luogo affascinante per i naturalisti.

 

Stromboli

Stromboli è l’unica isola dell’arcipelago che ha una permanente attività vulcanica. Le eruzioni sono un po’ frammentate. Questo tipo di fenomeno è stato etichettato come “Attività stromboliana”. L’isola è la più settentrionale del gruppo e la sua economia si basa, quasi esclusivamente, sul turismo. Nonostante le difficoltà di accesso, le zone pianeggianti erano, un tempo, molto fertili e ben coltivate e Stromboli è diventata famosa per la produzione di uve malvasia.

 

 Filicudi

Filicudi. Recenti studi hanno datato la lava al centro di Grande Zucco a più di 1 milione di anni, rendendolo così il luogo più vecchio conosciuto di tutto l’arcipelago.

 

Alicudi

Alicudi. Le pendici orientali dell’isola sono quasi completamente coperte con terrazze che indicano le attività agricole del passato. Le pendici selvagge occidentali rimangono disabitate a causa della loro pendenza e inaccessibilità.

 

Salina

Salina. Sorge dal mare ed è coronata dai vulcani Monte dei Porri, ad ovest, Monte Rivi e Monte Fossa delle Felci, a est. Salina, così come le altre isole che compongono l’arcipelago, emerse dal mare durante il Quaternario.

 

La vegetazione delle Isole Eolie è costituita, prevalentemente, da specie tipiche della regione mediterranea. Si conta un totale di 900 specie di piante, tra cui quattro specie endemiche. La maggior parte del territorio ha subito l’azione dell’uomo che, tuttavia, ha rispettato, il più possibile, nel proprio operato, la natura. Si estendono, per buona parte del territorio eoliano, bellissimi uliveti e vigneti.

La caratteristica interessante della fauna dell’arcipelago delle Eolie è la presenza di specie continentali europee. Sono state registrate circa 40 specie di uccelli, di cui 10 sono state inserite nella Lista Rossa siciliana delle specie di uccelli a rischio. I mammiferi sono una sottospecie endemica (Eliomys leparensis quercinus) e sette specie di pipistrelli sono state segnalate. Sette specie di rettili sono presenti nell’arcipelago, tra cui la recente Lezard Podarcis raffonei. Ricordiamo le quattro sottospecie di Podarcis raffonei e le due sottospecie di Podarcis siculus. La fauna invertebrata sembra relativamente ben nota, conta oltre 15 specie endemiche descritte.

 Diverse aree ancora conservate, mostrano la presenza di insediamenti umani risalenti all’età preistorica. Ne deduciamo che i reperti archeologici sono stati fondamentali per la ricostruzione della storia delle radici di tutto l’arcipelago eoliano.

Testo tradotto da: www.hc.unesco.org

 

 

 

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