Le Isole Eolie

Isole dolci del dio. Isola è fine d’ogni viaggio, meta della più grande via per cui è sempre corsa ogni avventura, ha navigato la civiltà dell’uomo; isola è anelito e approdo, remissione d’ogni incertezza e ansia, superamento della natura, scoperta, inizio della conoscenza, progetto della storia, disegno della convivenza. Ma isola è anche sosta breve, attesa, pausa in cui rinasce la fantasia dell’ignoto, il desiderio del viaggio, il bisogno di varcare il limite, sondare nuovi spazi. Isola è metafora di questo nostro mondo: scoglio dentro l’immenso mare, granello vagante nello infinito spazio; è metafora della vita umana; sosta d’un attimo nell’eterno da cui veniamo, a cui il destino inesorabilmente ci sospinge. È materno grembo l’isola, schermo pietoso al panico, al terrore”.

Da: Vincenzo Consolo, nel convegno “Alle radici della vita civica nelle Eolie”, Lipari 17 maggio 1995.

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Sotto lo sguardo dell’uomo, acuto e scrutatore, le Isole Eolie offrono uno scenario da sogno, le scogliere imponenti e maestose che si ergono da un mare chiaro, da quelle acque che fanno da specchio ad un paesaggio lunare notturno così bello da ispirare versi, parole e immagini dei più sensibili artisti, il fascino della natura incontaminata, questo è il primo fermo immagine che mozza il fiato e lascia l’uomo sbalordito di fronte all’opera della più grande fra tutti gli artisti: madre natura.

Uniche nel loro genere, le Isole Eolie sono terra di una bellezza che rimanda all’inconfondibile saggezza di un popolo che ha saputo tutelare, senza attuare violenti interventi, i doni della natura, un popolo che ha fatto delle dominazioni straniere, susseguitesi nei secoli, il patrimonio di una cultura che si è formata all’insegna dell’integrazione e non della rinuncia della propria identità. La genesi di questo paradiso, di questo eden mediterraneo, è eco forte di quella mitologia che ci racconta delle vicende di uomini e divinità che sono comparsi nella storia e nella tradizione su un palcoscenico fatto di acque cristalline, di solfatare e montagne di un bianco che riflette la luce del sole, bellezza di Apollo. Un magico universo che accoglie chi sceglie l’evasione dal turbine cittadino che soffoca. Le Isole Eolie, il vanto di una cultura fatta di terra e mare, la storia del mare nostrum che mostra imponenti bellezze rare, simili nel genere ma ognuna unica e diversa per quella bellezza seduttiva che attira visitatori da ogni parte del mondo.

Terra di profumi e cibi buoni, in grado di soddisfare palati esigenti, terra che spazza via lo stress caotico della città ed offre pieno godimento ai sensi. Le Isole Eolie, tutte straordinarie, seducono l’ospite per le loro ricchezze naturalistiche, per il loro patrimonio storico-culturale e per l’atmosfera mitologica che si respira, la culla di una cultura che ha conosciuto dominazioni svariate nella storia, dagli arabi ai fenici, dai greci ai romani, le Isole Eolie sono la naturale e vivente testimonianza di una cultura che non si è sottomessa ai dominatori, ma che ha saputo sposare le vecchie tradizioni con le novità di popoli che, forse per la troppa bellezza delle isole, hanno provato ad esserne conquistatori e dominatori. Un reperto storico-archeologico vivibile, che non parla solo di lontani ricordi, ma si lascia vivere e segnare dal tempo, una commistione perfetta ed armoniosa di passati lontani, presenti da godere e futuri da progettare per fare di questa meta un appuntamento fisso per le vacanze, per i viaggiatori che amano godere dei doni di madre natura.

537707_3729559168969_975438148_nL’offerta turistica delle meravigliose Isole Eolie soddisfa ogni esigenza, l’offerta varia dalla vacanza comfort alla vacanza dinamica che prevede la possibilità di praticare tutti gli sport nautici e non solo, l’estremo brivido che solo la natura selvaggia può offrire lascia soddisfatto, oltre ogni aspettativa, anche il turista amante degli sport estremi.

Sicuramente le isole di Alicudi e Filicudi sono adatte a chi vuole respirare solo tranquillità e relax, uniche nel loro genere, sono considerate un ottimo antidoto contro lo stress; la vita mondana trova il massimo della sua espressione nell’isola di Panarea, meta di vip e di chi, amando la natura, non sa rinunciare al lusso e alla movida notturna; le famiglie non resteranno di certo deluse scegliendo come meta Salina, isola incantevole per i paesaggi; per chi ama scenari naturali tipici da documentario e vuole concedersi il lusso di godere dal vivo gli spettacoli che solo un vulcano attivo può offrire, allora, non può rinunciare a visitare, almeno una volta nella vita, le isole di Vulcano e Stromboli; per il turista che vuole mantenere un certo contatto con la città, la meta ideale è Lipari, tra le isole è quella che offre al turista la possibilità di sentirsi “a casa” pur restando immersi in un paradiso naturale.

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Le immagini di questi paradisiaci paesaggi fissano frammenti di scenari simili a quadri dipinti a gouache, le Isole Eolie sono un rimando sinestetico che ha intrecciato percezioni e interpretazioni dei viaggiatori, scienziati, artisti e poeti, grandi uomini di ogni tempo, colti e avventurosi, che percorsero il Sud dell’Italia per osservare e documentare storia, cultura ed una natura ricca di eruzioni e paesaggi vulcanici. Le Isole Eolie, luogo dell’anima, affascinano con la loro potenza naturale chiunque le visiti, i vulcani sono il simbolo estremo dello splendore e della caducità di ogni cosa, i paesaggi che offrono tutte le Isole Eolie, indistintamente, nelle loro forme e colori, raccontano la loro storia, la loro natura connessa con il fuoco e con i magmi del profondo, l’acqua cristallina del mare dei grandi miti rigenera ed estranea dal mondo, i profumi ed i sapori che permettono di riscoprire il gusto sopraffine dell’essenziale.

Le Isole Eolie: terra che porge da ogni parte il suo seno ai visitatori, quasi a farli innamorare, stende ella stessa le sue braccia nel mare ed accoglie benevolmente saluti che non sono addii, hanno tutto il gusto del ritorno.

Così Luigi Salvatore d’Asburgo-Lorena raccontava le Isole Eolie:

“Immerse nell’incantevole mare di Sicilia, queste piccole isole in modo straordinario avvinsero l’animo mio, sia che le scorgessi tra le raffiche impetuose di una fra quelle tramontane invernali, cui debbono forse il nome di Eolie, o che mi apparissero attraverso una fra le tante trombe marine che con tanta frequenza ivi accompagnano i temporali primaverili, ovvero i pampini nella calda estate, somiglianti a smeraldi nel ceruleo zaffiro del mare. Così le conobbi, mi furono egualmente care, sicché, terminata la descrizione delle Baleari, alle sette Lipari volli dedicata l’opera mia. Panaria, benchè la più piccola, è certamente la più graziosa delle isole Liparesi, un angolo del mondo veramente idillico. Dappertutto si ammirano meravigliose vedute panoramiche; dappertutto piccole case intonacate di bianco con colonne e pergolati, accanto alle quali cresce un rigoglioso fico od un carrubo e da dove si gode una ampia vista sul mare. Particolarmente bello, dietro la chiesa, è il gruppo del Timpuni con le sue rocce, i sorbi selvatici, gli ulivi, le canne, la bella vista sul mare e le isole di Basiluzzu e Dattilu. Nella parte sud-orientale dell’Isola c’è una caratteristica piccola insenatura, il Puortu Drauttu, dove le rocce sporgenti creano quasi una mezza luna ed abbracciano una spiaggia di sabbia pittosto fine e di colore rossiccio insieme ad alcuni scogli bagnati interrottamente dalla marea. È il porto principale di Panaria, dove le piccole navi possono ancorare abbastanza al sicuro. Presso la terrazza della casa di Sutta u Castieddu si trova una cisterna con acqua potabile. Vicino a questa casa non crescono, come nelle altre vicino al mare, i pergolati, per cui si rimedia con le canne. Dal Castieddu, il sentiero porta, alla Cuntrata du Castieddu, la quale composta di terreno lapilloso ed è coperta completamente da pergolati bassi che producono uva nera. A destra, un sentiero fiancheggiato da ulivi superbi, da fichi d’India e da cespugli di capperi, porta verso Drauttu.

faro-lingua-lago-salinaeolieAlicudi. La chiesetta di San Bartulumeisi erge al centro dell’isola, quasi a metà altezza, in una superba posizione da cui si gode un’ampia vista sul mare. Sulla sinistra della chiesa s’innalza la torre campanaria; e davanti si estende la scarpata pianeggiante che domina i sottostanti dirupi della Sciara. Nei pressi si scorgono terrazzamenti e case isolate intonacate di bianco, mentre sull’altro lato si apre la vista sulle scoscese alture della Muntagna. Rivolgendo lo sguardo all’in giù si può ammirare la spiaggia di Bazzina verso cui tendono i terrazzamenti della Vaddi o Sgorbiu. A destra della chiesa, si riscontra l’imboccatura della cisterna ripiena di fresca e preziosa acqua. La terra davanti la chiesa è coltivata a melanzane, pepe spagnolo, zucche e pomodori, trai quali crescono anche due palme da datteri. Più in giù in una casetta posta nelle vicinanze, ombreggiata da un pergolato sostenuto da due Pulera, intonacati di bianco, da cui si gode una bella vista sul mare, si è soliti ospitare i carabianieri o altri visitatori di passaggio. Un sentiero conduce dalla chiesetta fino a Punta a Bazzina. Tra la chiesa e le case della Cuntrada o Sgurbiu, che sorgono dirimpetto, si estendono graziosi e lussureggianti pergolati (Preuli). Crescono qui anche isolati ulivi, sorbi selvatici, e castagni, i quali ultimi potrebbero costituire una vera ricchezza per tutta l’isola. Alicuri è, dopo Panaria, la più piccola delle Isole Eolie. Sulla sua base circolare insiste un unico cono. L’Isola è piuttosto brulla, molto simile in questo a Filicuri con la quale forma, per così dire, un gruppo diverso ed a sè stante, per caratteristiche, dalle altre Isole Lipari.

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Filicuri. L’approdo più sicuro di Filicuri, resta quello di Picurini, abbastanza protetto dai venti del nord. Lungo la pietrosa spiaggia si allineano barche tirate a secco, tini ed altri attrezzi di proprietà dei pescatori di Milazzo che frequentano l’isola con assiduità. Si notano pure numerose nasse che appartengono però agli isolani. Picurini è un modesto agglomerato di case, in una delle quali lavora un bottaio. Due case contadine poste un po’ più in alto, mostrano superbi pergolati di Livedda, uva nera molto carnosa. Un sentiero per niente angusto, sale da Picurini fino alla chiesa. Superato il Vadduni e Picurini con i suoi strapiombi di lava grigia rivolti alla Muntagna e rocce ricoperte di fichi d’India su entrambi i lati, esso si inerpica tra massi rocciosi.

 

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