Storia di Taormina

La storia di un luogo ha ragion d’essere a partire dalle leggende legate all’origine del nome, questo, già in prima istanza, ci permette di conoscere le dominazioni che un luogo ha subito, nel bene e nel male, i miti che derivano dall’evoluzione storico-culturale della città e le credenze popolari legate alla fondazione della stessa. In merito alla fondazione di Taormina non si hanno notizie certe, le leggende sono, forse, più numerose delle notizie storiche. Le ricostruzioni dei reperti fanno pensare che la definitiva fondazione della città greca risalga al 358 a. C. quando Andromaco, padre di Timeo, celebre storico, raccolse i superstiti di Naxos e li condusse sul monte Tauro, da qui il nome di Taormina, Tauromènion. Taormina è uno dei tesori più belli di tutta la Sicilia. Questo nome fu assegnato alla città dai Siculi e dai Greci, ma non mancano leggende che fanno derivare il nome da altre fonti, basti pensare alla leggenda del Minotauro, simbolo che compare su alcune antichissime monete, al quale viene attribuita la fondazione della città. Nel 735 a. c., i Siculi si insediarono sul monte Tauro, vicino all’attuale castello, e instaurarono rapporti pacifici con la colonia greca di Naxos, che fu distrutta da Dioniso I di Siracusa. I Siculi, a seguito dell’atto violento di Dioniso I, offrirono rifugio ai coloni greci prima che il tiranno siracusano conquistasse l’insediamento greco di Tauromenium. Questa denominazione rispecchiava anche l’aspetto tipico delle varie colonie greche, infatti Taormina diventò un centro cittadino degno rappresentante dell’architettura greca, tipica dell’epoca. Nella bellissima Tauromenium fu costruita l’agorà e l’acropoli, posta al vertice del Monte Tauro. E’ proprio a questo periodo che risale la costruzione del simbolo cittadino: il Teatro Antico, costruito nel III secolo a. C. Il meraviglioso Teatro Antico fu costruito sfruttando la struttura morfologica della collina dove risiede ed è, ad oggi, contornato da un panorama meraviglioso che abbraccia due estremi geografici, la baia di Schisò ed il Vulcano Etna.

La storia testimonia che i Greci governarono la città, per la prima volta, nel 358 a. C.. Come alleata di Siracusa, Tauromenium visse un periodo di crescita culturale ed economica, prima di diventare meta di conquista dei cartaginesi e dei romani, a seguito della prima guerra punica. Già da questo accenno storiografico, è possibile dedurre che la storia di Tauromenium ha alternato periodi floridi a periodi più ostili, questo andamento rispecchia le fasi dell’andamento storico e culturale di tutta la Sicilia. La bellezza della regione Sicilia e della città di Taormina, scelta come fulcro tematico, è l’affascinante risultato delle travagliate vicissitudini storiche che si sono susseguite nel corso dei secoli e che hanno consegnato alla Sicilia un volto dalle mille sfumature, sintesi meravigliosa della diversità di tutte le popolazioni che l’hanno dominata, ridisegnandone profili artistici, storici e culturali sempre nuovi e sempre pi ricchi.

Un’altra leggenda sull’origine del nome di Tauromenium, legata ad una figura emblematica della storia della filosofia antica, ha per protagonista Pitagora. Si narra che Pitagora avrebbe fatto adottare a Taormina le leggi del catanese Caronda, placando gli eccessi erotici di un giovane taorminese suonando il suo magico flauto. Questa leggenda gode di poca credibilità dal momento che Pitagora visse in un periodo storico durante il quale Taormina non era ancora stata fondata.

A seguito del prospero periodo greco, Tauromenium sperimentò un’altra fase storica florida.

Durante la prima guerra servile, Taormina, dopo l’assassinio di Giulio Cesare, fu una delle più importanti roccaforti degli schiavi e si alleò con Sesto Pompilio. Tale alleanza ebbe come conseguenza la deportazione della popolazione dopo la vittoria di Ottaviano. Quando Ottaviano vinse, la città fu declassata al ruolo di semplice colonia e costretta a vivere vari secoli nel più triste oblio.

E’ ai Romani che si devono i lavori di ristrutturazione dei reperti architettonici lasciati dai Greci. Le strutture presenti non subirono drastici cambiamenti dal punto di vista strutturale, i Romani hanno rispettato la morfologia originaria della città, il loro operato ha apportato modifiche solo per quel che riguarda l’ampliamento del centro cittadino e l’uso diverso delle strutture già esistenti. Il meraviglioso Teatro Antico, sotto la dominazione romana, assunse l’aspetto di un anfiteatro; questo dimostra che l’intervento dei romani sulle opere greche già preesistenti non ha stravolto completamente la morfologia del Teatro così come i Greci lo avevano progettato e realizzato. I Romani meritano di essere ricordati non solo per la cura che hanno mostrato per le strutture già presenti ma anche per la realizzazione di nuove opere architettoniche che, ad oggi, sono il fiore all’occhiello della città di Taormina. E’ del periodo della dominazione romana anche uno dei beni culturali più conosciuti di Taormina, le Naumachie. Si tratta di un terrazzamento che prevedeva una cisterna collegata ad un acquedotto realizzato per seguire la nuova espansione urbanistica cittadina.

Taormina è la sintesi delle culture antiche più affascinanti, greca, romana, bizantina, araba.

A seguito del periodo di declino dopo l’alleanza tra Taormina e Sesto, la città iniziò a rifiorire durante la dominazione bizantina. Siracusa perse il proprio dominio e a seguito ella caduta di Costantinopoli Taormina divenne la nuova capitale della Sicilia orientale. Ogni popolo ha lasciato la propria impronta e i segni del passaggio dei bizantini su Taormina sono rintracciabili nelle svariate costruzioni, basti pensare ad una seconda cinta muraria collegata a quella greca e realizzata a scopo difensivo. Ai Bizantini si fa risalire la costruzione di due roccaforti situate, una, sulla cima del Monte Tauro e, l’altra, sul picco di Mola. In questo periodo Taormina divenne sede dell’arcivescovato, conoscendo, così un periodo molto ricco, una veloce ed importante crescita demografica ed urbanistica. Taormina divenne, temporaneamente, durante la conquista araba della Sicilia, la capitale della provincia bizantina siciliana, prima di essere l’ultima città siciliana a cadere in mano agli arabi nel 902 d.C. Sono proprio gli arabi a scrivere un nuovo importante capitolo per la

storia della città di Taormina. Nel 902 completano l’invasione della Sicilia e conquistano Taormina. Non si può certo dire che le azioni degli arabi per la conquista della Sicilia siano state tra le più”pacifiche”. Se è vero, da un lato, che nel corso delle loro azioni militari gli arabi intervennero con cruda violenza, dall’altra parte si può asserire che la loro crudeltà fu compensata, successivamente, da una illuminata lungimiranza nella gestione del governo sui luoghi conquistati. Basti ricordare tutte le innovazioni che gli arabi inserirono in ambito agricolo, linguistico, artistico e scientifico. La dominazione araba in Sicilia, che va dal 902 al 1079, ricopre il periodo storico che va dal nono all’undicesimo secolo. La dominazione araba venne scalzata, nel 1079, dai Normanni che, però, si occuparono, principalmente, dell’amministrazione della vicina Messina. Il periodo della dominazione normanna coincide con la nascita del Borgo che ha come punte estreme Porta di Mezzo e Porta del Tocco, nascita che fu determinata dal nuovo assetto demografico e da una nuova ed alternativa ristrutturazione viaria. Durante il XVI secolo la città conobbe una nuova espansione urbana favorita anche da un discreto incremento economico determinato dalla lavorazione dello

zucchero. Gli spagnoli e i francesi misero in moto il declino di Taormina finchè la città non venne riscoperta come meta turistica nel XIX secolo. Con l’aumentare del turismo la città ritrovò il suo splendore e divenne uno dei più conosciuti centri turistici della Sicilia orientale.

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